Non è facile, intanto che si vive, individuare quali sono le tappe importanti. Solo dopo aver vissuto un po’ di anni, forse, si riesce a scorgere una linea che congiunga i puntini della vita.
Spesso, ogni passo è un continuum lungo il sentiero che porta al momento in cui ci si guarda indietro e si vede, nell’insieme, cos’è stata la vita fino a lì.
Alcuni eventi, invece, sono fin da subito così significativi da sapere che rappresenteranno di sicuro delle pietre miliari o delle svolte. Proseguire per la stessa via o prendere un bivio.
Per ora, nell’epoca della maturità, questi sono i cippi segnavia del mio cammino.
2015 Santiago
Non a caso, il primo è proprio un cammino: il cammino di Santiago.
Non percorso per intero (ma con l’intenzione di farlo, quando sarà possibile). Solo 230 km lungo il cammino francese, ma sufficienti per aprire una voragine, per capire che quell’inquietudine che mi aveva portata lì era una spinta a un diverso modo di vivere. L’apertura a una consapevolezza più grande, più profonda.
2016 casa
Cambiamento anche fisico, trasloco nella nuova casa, tra Natale 2015 e la Befana 2016. Lo spaesamento di lasciare il nido sicuro, la mia prima casa in cui ero diventata grande “da sola”. Ma il ricercare uno spazio più aperto, più verde, più in linea con il mio nuovo modo di sentire la vita.
2017 Africa
L’Africa non può non lasciare un segno. Quella tutt’altro che turistica. Ci ho lavorato, abitato, l’ho vissuta per 5 mesi. L’ho amata alla follia. Quel cambiamento che già era in corso, in Africa è arrivato ad un punto. Al km zero. La fine del cammino.
2020 - COVID-19
Non lo cercavo. Nessuno lo cercava. È stato un terremoto globale (per quanto molti fingano una normalità che non esiste). Ha avuto un enorme impatto personale. Mi ha tolto molto. Forse troppo. È ancora presto per comprendere esattamente che effetti questo terremoto avrà a lungo termine.
Nel breve termine, è qui che inizia questa storia: la voglia di scrivere, di condividere un modo di vivere e una visione della vita.
È da qui che nasce questo, chiamiamolo, blog.
A.
2015 Corso soccorritori
Sono fatalista da sempre. E il Fato qua ci ha messo il suo bello zampino.
Da un annuncio su un giornale locale, nel giro di pochi mesi mi trovo prima a frequentare un corso di pronto soccorso (consigliato a chiunque...), per poi trovarmi magicamente in divisa da soccorritore, e quindi in ambulanza. Esperienza appagante e (come dicono quelli che parlano bene) di crescita. Con l’ingresso nella Squadra giusta.
2016 Sabato mattina (il)
Appunto, la Squadra giusta. Nella quale sono ancora. Bel clima, belle persone, voglia di essere utili, ad ogni turno si porta a casa qualcosa. E si capisce che Volontario vuol dire tante cose, ma soprattutto fare per il gusto di farlo. Sperando di strappare anche un sorriso, se appena si può.
E qua ci siamo proprio tutti: S., la montagna, l’occasione per capirsi ancora di più, e scoprire che si hanno tanti di quei punti in comune che sarebbe sprecato non condividere.
Occasione una spettacolare camminata che dal tramonto ci porta in cima a veder sorgere una Luna piena impossibile da scordare.
2019 - Doggie bag
Un modo scherzoso per prendersi cura l’uno dell’altra.
2020 - COVID-19
È arrivato in sordina, come una cosa lontana, che ci avrebbe interessato solamente come ennesimo esempio di “cosa che succede agli altri”.
E nel giro di poche settimane ci siamo ritrovati chiusi in casa, con numeri da non credere. Con colleghi e conoscenti che hanno cominciato ad essere prima solo sintomatici, poi ricoverati.
Finchè non ti arriva vicino. Molto vicino. Troppo vicino.
20 giugno 2019
Perché a volte capita di inciamparsi…
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