I concerti all’aperto hanno qualcosa di più. Figuriamoci sul Plan de Corones. Figuriamoci il piano di Ludovico Einaudi, accompagnato da violino e violoncello.
Le premesse non sono incoraggianti: cielo nero, gocce pesanti che iniziano a cadere quando saliamo sulla funivia, che si ferma e ondeggia un paio di volte per il forte vento. Sbarchiamo sul Kronplatz con i fulmini che saettano, seguiti a ruota dai tuoni e qualche chicco di grandine.
A causa di un fulmine entrato nell’impianto di risalita, la gente arriva a rilento e il concerto è in ritardo di più di un’ora: ma la spianata d’erba, anfiteatro naturale circondato dalle vette, le nuvole che giocano in cielo, le giacche e gli zaini multicolori che giungono man mano creano già di per sè uno spettacolo.
Finalmente, la prima nota.
Indescrivibile.
La musica sembra spazzare il cielo, il sole buca le nuvole e ci scalda appena. Ben avvolti nel sacco a pelo, ascoltiamo, senza pensare ad altro, le note ci attraversano.
Chiudo gli occhi. Li riapro. Mi piace osservare gli altri.
È un crescendo.
La luce si fa sempre più morbida, fino al culmine: il tramonto sulle note di Nuvole bianche.
La discesa in funivia è in silenzio, stiamo assorbendo la musica, il sole al tramonto, le montagne. E lo spettacolo è completato dalle luci dei paesi a valle, verso cui ritorniamo.
Che regalo di compleanno!
Nessun commento:
Posta un commento